Nella frenetica vita oggi, persino mangiare può diventare una vera e propria sfida: tra riunioni dell’ultimo minuto, lunghissime sedute davanti al computer e interminabili telefonate di lavoro, spesso all’ora di pranzo ci si ritrova stressati, nervosi e con un gigantesco buco allo stomaco che si cerca di riempire con la prima cosa che capita sottomano, solitamente calorica, poco sana e soprattutto dispendiosa.
Proprio a causa delle spese sempre più elevate che un pranzo fuori può comportare, Federconsumatori ha stimato che chi pranza al bar in settimana arriva a spendere 330 euro al mese, sempre più persone scelgono di portarsi il cibo da casa, preparandosi la classica “schiscetta” da estrarre al momento più opportuno per placare i morsi della fame. Ma quali sono le regole per arrivare in ufficio con un lunch box talmente completo e gustoso da far invidia ai colleghi fast-food addicted?
Innanzitutto, è necessario un minimo di preparazione: prima di iniziare una nuova settimana lavorativa segnatevi i giorni in cui siete certi di pranzare in ufficio, in modo da acquistare gli ingredienti necessari a riempire la vostra schiscetta e non ritrovarvi a contemplare il frigorifero con occhi mesti. Una volta fatta la spesa, mettetevi all’opera: cucinate e preparate delle comode monoporzioni che potrete lasciare in freezer ed estrarre all’occorrenza: in questo modo avrete a portata di mano una sorta di piatto pronto, ma sano e gustoso. Utile è anche uno scaldavivande elettrico, che permetta di mantenere in temperatura il cibo portato da casa. Una volta sistemata la questione “organizzativa”, l’attenzione si sposta sul versante delle calorie: il pranzo dovrebbe fornire circa il 35-40% del fabbisogno giornaliero, e un giusto equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi.
Per gli appassionati della tradizione, ottime paste fredde leggere e appetitose condite, per esempio, con pomodorini freschi, cubetti di mozzarella e tonno: l’importante è non esagerare con il condimento né con le porzioni, per non ritrovarsi a fine pasto appesantiti e sonnolenti. Via libera anche ai cereali integrali come orzo, riso e farro, maggiormente digeribili e meno deleteri per la linea, da accompagnare a verdure e carni magre come pollo, tacchino o manzo, con cui dar vita a gustosi piatti unici, rigorosamente conditi con olio d’oliva. Banditi dal lunch box i grassi di origine animale, come il burro, o le ipercaloriche salse che non fanno altro che coprire il gusto originale delle pietanze. Bene anche zuppe e stufati, soprattutto in inverno: versioni light del cosiddetto “confort food’ a base di verdure e cereali integrali, come la pappa al pomodoro o zuppe di farro e legumi, appagano le papille gustative e lo stomaco e aiutano a sentirci sazi prima, con notevoli benefici anche per il portafoglio.
Per chi volesse approfittare della pausa pranzo per perdere qualche chilo, una buona idea potrebbe essere quella di sostituire al primo o al secondo piatto una porzione di yogurt magro, arricchito da frutta fresca o secca: un’alternativa gustosa e leggera alla classica schiscetta che permette di tenere sotto controllo le calorie e appagare la voglia di dolce. I latticini inoltre contengono triptofano, un aminoacido che agisce sul sistema nervoso mantenendo sotto controllo il livello di stress.
Altro aspetto da non sottovalutare per trasformare la pausa pranzo in un piacevole momento per ricaricare le batterie è quello della convivialità: quando possibile, cercate di trascorrerla in compagnia di colleghi con cui scambiare quattro chiacchiere (possibilmente non di lavoro) lontano dalle rispettive postazioni, in modo da ritagliarsi un po’ di tempo per sé e staccare la spina, almeno temporaneamente. Clima permettendo, l’ideale sarebbe trascorrerla fuori dalle grigie mura dell’ufficio per beneficiare della luce solare, naturale ricarica per l’organismo: la breve passeggiata per far ritorno alla scrivania non sarà altro che la ciliegina sulla torta per smaltire il pranzo e rimettersi al lavoro con rinnovata energia.